La Pasqua cristiana è preceduta dalla Quaresima, un periodo di penitenza di quaranta giorni che va dal mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo. La Domenica seguente - la Domenica delle Palme, il cui simbolo è il ramo d’ulivo – viene ricordato l’arrivo del Messia in Gerusalemme e la sua passione.

Da qui inizia la Settimana Santa, durante la quale hanno luogo momenti liturgici ben precisi. Dal lunedì al mercoledì è il tempo della Riconciliazione, il giovedì mattina si apre con la Messa del Crisma, in cui vengono benedetti l’olio profumato – quello utilizzato nei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Ordine – l’Olio dei catecumeni e l’Olio degli infermi.

La sera del giovedì Santo si svolge la Messa in Cena Domini in ricordo dell’ultima cena di Gesù, alla quale segue la processione al "sepolcro". Le ostie, che saranno utilizzate nella celebrazione del venerdì santo, vengono portate in un tabernacolo, il sepolcro, per essere adorate dai fedeli.

I cristiani considerano il venerdì Santo un giorno di contemplazione della passione di Gesù: è infatti in questo giorno che si svolge il rito della Via Crucis, che in maniera figurativa ripercorre l’ultimo giorno di vita del Figlio di Dio. Questa giornata è, per tutti i fedeli, dedicata al digiuno, testimonianza del bisogno di partecipazione alla Passione e alla Morte di Cristo.

Il sabato Santo è un giorno di riflessione e preghiera silenziosa. La notte tra sabato e domenica si svolge la Veglia Pasquale, durante la quale si leggono le promesse di Dio al suo popolo. Questa notte è scandita da quattro momenti: la Liturgia della luce (benedizione del fuoco, preparazione del cero, processione, annunzio pasquale); Liturgia della Parola (nove letture); Liturgia Battesimale (canto delle Litanie dei Santi, Preghiera di benedizione dell'acqua battesimale, celebrazione di eventuali Battesimi); Liturgia Eucaristica. Il giorno di Pasqua si festeggia la resurrezione del Redentore.

I simboli della Pasqua 

Nelle celebrazioni liturgiche di Pasqua, tre elementi sorgono a simbolo di questa festività: il fuoco, il cero e l'acqua. Ma facendo un piccolo passo indietro, nel periodo che precede le festività pasquali, la Quaresima, un elemento è fra tutti il protagonista, la cenere. 

La cenere 

La cenere è l’elemento che contraddistingue il primo giorno di Quaresima, periodo di penitenza, digiuno e carità, in preparazione della Pasqua. La cenere che viene sparsa sul capo dei fedeli nelle celebrazioni del mercoledì dopo martedì grasso, vuole ricordare la transitorietà della vita terrena. È un monito che prepara alla penitenza per ricordare che "polvere tu sei e in polvere tornerai" come recita il libro della Genesi (3,19). Secondo la tradizione, la cenere usata nelle celebrazioni del primo mercoledì di Quaresima, è ricavata dalla combustione dei rami di ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. 

Il fuoco 

Simbolo fondamentale nella liturgia cristiana, il fuoco è la somma espressione del trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo e della vita sulla morte. Durante la ricorrenza pasquale, questo simbolo raggiunge la massima celebrazione attraverso il rito del fuoco nuovo e dell’accensione del cero. Nella notte di Pasqua, un fuoco viene acceso fuori dalla chiesa, intorno ad esso si raccolgono i fedeli e proprio da questo fuoco viene acceso il cero pasquale.

L'acqua 

È l’elemento che purifica ed il mezzo attraverso il quale si compie il Battesimo. La notte di Pasqua è la notte battesimale per eccellenza, il momento in cui il fedele viene incorporato alla Pasqua di Cristo, che rappresenta il passaggio dalla morte alla vita. Nelle altre domeniche in cui si compie questo sacramento, è come se si prolungasse e rinnovasse settimanalmente la domenica per eccellenza, la Festa di Pasqua.

Il cero 

Il cero pasquale è il simbolo di Cristo, vera luce che illumina ogni uomo. La sua accensione rappresenta la resurrezione di Cristo, la nuova vita che ogni fedele riceve da Cristo e che, strappandolo alle tenebre, lo porta nel regno della luce assieme agli angeli. Dopo l'accensione del cero con il fuoco nuovo, una processione lo accompagna all’interno della Chiesa. Questa processione di fedeli simboleggia il nuovo popolo di Dio, che segue Cristo risorto, luce del mondo.
La fede è come una fiamma accesa che illumina e riscalda. Nel battesimo il padre o il padrino del battezzato accendono una candela alla fiamma del cero pasquale, simbolo di Cristo risorto, e si portano vicino al bambino.

le campane

l suo suono si estende come una forza benefica, una benedizione che si apre ad abbracciare le cose circostanti, una forza che attiva pensieri, smuove cose morte, le fa vibrare, vivere, traendo da loro l'energia nascosta, avvolge tutto in una emanazione vitale. Per questo la campana è detta la voce di Dio un suono che esce dal mistero del mondo e parla senza parole, risveglia, accarezza, stimola, chiama. L'espressione si adatta anche alla sua funzione pratica di chiamare i fedeli alla chiesa, ma il primo senso è il più comune e profondo.
Così le campane col loro squillo potente a Pasqua annodano perfettamente l'anelito, la preghiera dell'uomo che invoca la salvezza, la resurrezione di Cristo che esce dal sepolcro, vita e salute del mondo e la rinascita della natura nella vegetazione che ritorna nel ciclo della terra a portare di nuovo alimento, vita e bellezza

ulivo benedetto

Il ramoscello di ulivo è simbolo della pace.
Le origini si fanno risalire all'episodio biblico del diluvio universale. Quando il diluvio cessò, Noè fece volare prima un corvo per vedere se si fossero ritirate le acque dalla terra, e poi una colomba, ma entrambi "non trovando dove posare la pianta del piede, tornarono a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra."
Dopo una settimana Noè ci ritenta inviando la colomba.
"e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra."
Il ramoscello di ulivo è legato alla pace, perché Dio stesso, a conclusione del diluvio promette:
"Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra".
Pace, dunque, tra Dio e gli uomini attraverso il segno dell'ulivo e l'arcobaleno.
Il legno dell'ulivo è segno di un altro "legno" che riappacificherà gli uomini con Dio, il legno della Croce su cui Gesù morirà per riconciliare il mondo con Dio.


 

 Simboli profani

Colomba

nel periodo pasquale è tradizione regalare la colomba, un dolce la cui forma ricorda quella di una colomba con ali distese. La colomba richiama all'episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, quando ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo. La colomba rappresenta, quindi,  il simbolo della pace, e nel periodo pasquale questa simbologia richiama alla pace portata da Gesù, il "Principe della Pace", che con il suo sacrificio ha riconciliato l'uomo a Dio.

Uovo


 

è un simbolo che rappresenta Gesù che esce dal sepolcro come il pulcino che, pronto per la vita  (la nuova vita iniziata con la Resurrezione), rompe il guscio. La tradizione pasquale dipinge l’uovo con simboli adatti a esprimere la Resurrezione, per esempio campane, e prevede che due persone con un uovo in mano se lo battano a vicenda sulla parte alta vince chi col proprio, riesce a rompere l’uovo dell’altro; segno del rinnovare, dopo la Quaresima, la vittoria sulla morte.

Agnello

come la colomba, è simbolo di pace, innocenza e purezza. Con il sangue dell'agnello gli Ebrei segnarono le porte delle loro case in Egitto, prima della fuga verso il Mar Rosso. Gesù è l'agnello offerto per il mondo, che toglie i peccati.

Coniglietto

tra i diversi richiami pasquali che si vedono nelle vetrine dei negozi compare anche un simpatico coniglietto che porta delle uova. La sua presenza non è casuale ma si richiama alla lepre che, sin dai primi tempi del cristianesimo, simboleggiava Cristo. Come Gesù stesso aveva detto di sé: "Le volpi hanno una tana e gli uccelli un nido, ma il Figlio dell'uomo non ha un posto dove poter riposare" così anche la lepre non ha tane né case, è un animale gentile che simboleggia la nuova vita che ritorna ogni primavera. 


Pulizie di Pasqua

la consuetudine delle pulizie per l'Acqua Santa fu un sano dettato della Chiesa, che con l'occasione della benedizione pasquale, spronava la gente a togliersi di dosso e dalle case il sudicio accumulato nei mesi invernali. Inoltre, secondo la tradizione ebraica, i giorni precedenti la festa di Pesach sono dedicati a una scrupolosa pulizia di tutti gli angoli della casa per eliminare anche i piccoli residui di sostanze lievitate.

Lunedì dell'Angelo

è il giorno dopo la Pasqua. In questo giorno si ricorda l'incontro dell'angelo con le donne accorse al sepolcro. La festa del lunedì dell'Angelo, detta anche Pasquetta, o lunedì di Pasqua, non è una festa religiosa, cioè non è giorno di precetto per i cattolici, cosa che comporterebbe l'obbligo di assistere alla santa messa.
Si tratta, infatti, di un giorno festivo, introdotto dallo stato italiano nel dopoguerra, e che è stato creato per allungare la festa della Pasqua, in modo da rendere quel giorno più festoso e sereno, senza il pensiero del lavoro dell'indomani.

 

Nel periodo che precedeva la Pasqua la mamma si dedicava intensamente alle pulizie di casa “passa il Prete a Benedire” diceva aprendo le finestre malgrado l’aria fresca, io e mia sorella non eravamo molto contente ma lei non ascoltava. “Cosa avrebbero detto i vicini se non la vedevano fare le pulizie?”
In realtà, ora, penso proprio che fosse il parere degli altri che la induceva a seguire passo passo queste tradizioni per ricevere critiche.
La domenica delle Palme si andava (si doveva) a Messa e si portava a casa l’ulivo benedetto, un rametto per il giardino e uno per la cucina.
Il ricordo del respirare un'aria davvero di "buono" e "gentile" è ancora molto vivo in me. Un'atmosfera di perdono e di rinascita. Erano sentiti gli auguri che ci si scambiava ed agli altri si augurava con il cuore di vivere nella gioia la Pasqua.
La maestra a Scuola ci raccontava il passato: uccisero Gesù mettendolo in croce,  inchiodandogli mani e gambe al posto di un ladro.
In ogni caso si vivevano i vari momenti precedenti la Pasqua come se Lui fosse accanto a noi. Il digiuno, la passione, la partecipazione alla via Crucis con in mano le candeline avvolte da carta colorata ed alla domenica slegavano le campane ed erano rintocchi che si sentivano ovunque.
Poi ci insegnava a decorare le uova e preparare bigliettini augurali così da rendere più allegra la tavola durante il pranzo .


Poco prima della Pasqua si portava in Chiesa un cestino con le uova ben pulite e si attendeva con pazienza che il Sacerdote le benedicesse, nella mia famiglia c'era l'usanza di mangiare l'uovo benedetto al rientro dalla Messa. Prima si doveva stare assolutamente a digiuno.

Si era davvero una grande festa il rientro dalla Messa anche perché, onestamente la fame si faceva sentire. Poi mi piaceva vedere la mia famiglia tutta attorno al tavolo nello stesso momento.

Sotto al piatto dei miei genitori nascondevo il bigliettino. Siamo nel 1964

1965