Il mio nome è Angela, normalmente mi alzo alle 5,30 e prima di guardarmi allo specchio medito molto.   

sì un caffè aiuta a svegliarmi ..  poi .... quando sono connessa arriva
la cruda realtà      
Fa nulla, dicono che ogni età hai i suoi lati positivi, tuttavia da qualsiasi lato "esterno" io mi osservi serve una gran fantasia a sostenere il detto!
Per affrontare la realtà che lo specchio ingrato mostra, le sue dimensioni diminuiscono di anno in anno, così da vivere a piccole rate i mutamenti.

Che lavoro faccio? Sono dipendente della Pubblica Amministrazione.
Quella che accoglie le persone infortunate o malate a cui viene attribuito  un codice:
codice rosso: codice giallo
: codice verde: codice bianco ed in base a quello attendono il loro turno.
 

LA MIA STORIA
Sono approdata in questa grande nave nel luglio del 1988. Avevo oramai una certa età e provenivo dal fallimento di una società che costruiva escavatori. Ma mi ero classificata terza all'ultimo concorso riservato alle "categorie protette", e anche se i posti disponibili erano due fortunatamente sono stata ripescata dopo qualche tempo.
Appartengo a questa categoria in quanto figlia di un invalido di guerra al 100%, per cui sono equiparata agli orfani di guerra.

Fu uno spasso la preparazione per il concorso: prova di velocità dattilografica, precisione e corretta impostazione di una lettera. "Ok mi alleno", mi sono detta.
"Ma con quale macchina per scrivere dovrò sostenere l'esame?" chiesi all'ufficio concorsi.

Per la categoria alla quale appartieni le macchine per scrivere saranno queste:


Accipicchia siamo all'ante Guerra!!
E come riuscirò ad acquisire velocità?
Con questa macchina ci vuole una tal forza per pigiare i tasti poi le dita si infilano in mezzo !!
E la precisione? Ohhh! Devo rispolverare tutte le lezioni di dattilografia per mettere al centro del foglio un titolo, un paragrafo, dei numeri.
Non ce la posso fare.

Presi a noleggio questo catorcio e cominciai di buona lena ...  Mi trovavo anche di notte con le mani che "battevano" con forza sui quei tasti pesanti. Si incastravano le stanghette dei caratteri e quasi battevo due tasti contemporaneamente.
E' stata davvero un'avventura.

Avrete dedotto che non sono un'infermiera, ma un'amministrativa; infatti attualmente il mio compito consiste nel supportare l'Ufficio che provvede all'acquisto (finanze permettendo) di tutto ciò che è sanitario (per meglio dire "di tutto" tranne la parte considerata "edile"). Ma andiamo per ordine.

Fui assunta e destinata al Servizio Economato e Provveditorato come dattilografa e mi trovai ad affiancare Silvana, una collega che già avevo conosciuto presso la Benati S.p.A. (costruzione escavatori). Una grande donna senza grilli per la testa, gentile e generosa. Capace di leggere ciò che doveva dattilografare e contemporaneamente discorrere.


Lei faceva un part-time (3,36 ore) per cui assunsero anche me come part-time per formare insieme "una unità", in quanto il lavoro stava aumentando molto per via dell'apertura del nuovo Ospedale, nuovo per modo di dire i lavori restarono fermi una decina di anni.

Silvana lasciò il lavoro pochi anni dopo (ultima baby pensionata) e io potei chiedere il tempo pieno come previsto dal concorso.
Il mio lavoro consisteva unicamente nella trascrizione dei documenti scritti a mano dalle colleghe, di livello superiore, al computer.

Nel nostro ufficio si provvedeva alla preparazione di "gare" per gli acquisti sanitari. Finché si trattava di presidi e attrezzature la trascrizione non era troppo difficile, ma quando si trattava di ricopiare i nomi di allergeni (mille termini incredibili) e dei farmaci era una tragedia davvero.
Arrivavano poi le offerte dei fornitori, venivano aperte in seduta pubblica dal Capo Servizio coadiuvato da due testimoni, lette tutte e tutte le voci elencate, prezzi compresi; alla fine di questa fase il mio compito era di ricopiare le offerte di tutti i fornitori incluse quelle senza aggiudicazione, perfino quelle che erano state dichiarate irregolari.
Una vera pazzia.

 

IL MIO LAVORO OGGI

Il lavoro è davvero molto caotico ma mai uguale, per questo mi piace molto !!
In breve, ecco una mia giornata "tipo" di lavoro:

Finiti i restauri quotidiani salto in auto e mi reco al lavoro ...   ......... 
Per strada trovo spesso chi non ha terminato le pulizie "personali", chi ha dimenticato di darsi il rossetto, chi ha le orecchie che prudono e assolutamente incuranti si ammirano nello specchietto retrovisore.
 

Arrivo al mattino, mi affretto a percorrere il lungo corridoio che porta al mio ufficio, tanti "buongiorno" (siamo in 24),  e a volte va liscia. Altre  invece è un continuo di “Stop”: chiama una collega, poi l'altra e sono già ferma prima di togliermi la giacca.

Eh!! non fantasticate pensando che io sia un pezzo grosso e venga fermata per motivi dirigenziali ….  raccolgo solo le “sollecitazioni” per avere un appuntamento con la mia Direttrice, le necessità di sottoporre alla Sua attenzione documenti affinché vengano firmati ..... insomma roba di questo genere. Oppure un pc che non funziona, una barra del menu di Word che è misteriosamente sparita, il programma col quale si protocolla che dà i numeri, la fotocopiatrice che non stampa  ..... o semina fogli ovunque...
 

Quando riesco a guadagnare la mia sedia mi gira già la testa  
 

Condivido tutto con una collega che ho avuto l'onere (diventato poi un onore) di scegliere fra tante che mi sono state al fianco. Il mio precedente Responsabile mi diede il compito di prediligere la più discreta e disponibile. Ora non è solo una collega, ma anche un'amica della quale posso fidarmi ciecamente.

E' talmente RISERVATA e DISCRETA che potrebbe essere pure un oppure le classiche tre scimmiette ... a me piacciono più i gattini   mentre, purtroppo in altri uffici sono così

 

La mia scrivania assomiglia davvero ad una cartacea bolgia dantesca ma con il lavoro ho un rapporto di sfida. Devo farcela!!!

Sono sempre troppo intransigente con me stessa e questo lo pago da una vita.
 

Al mattino presto il telefono è di tutti i colori non fa altro che squillare           
Se è un “esterno” (si vede dal display)  prendo tempo… in ogni caso ad ogni telefonata si deve rispondere come se fosse la prima. Quindi calma e sangue freddo.

 

Sollevo la cornetta e con qualche domandina cerco educatamente di scoprire se il mio interlocutore ha veramente necessità di conferire con la mia Direttrice oppure può anticipare l’argomento ad un’assistente che si occupa, guarda caso, proprio proprio della pratica di cui sta parlando !!


Il mio tono deve essere  sempre rassicurante sul fatto che la telefonata sarà riferita a chi di dovere....  (poi voglio dire ....... se sono stati nominati dei referenti ci sarà un motivo … o no?); se invece fiuto dal tono della voce che c'è una reale urgenza, assicuro il mio interlocutore che sarà richiamato appena possibile e prendo congedo educatamente.

Bene, dunque ..... cosa stavo facendo?

Ah! La borsa, non ho ancora riposto la borsa!!!Devo metterla subito nell'armadio  dato che  siamo già state vittime di diversi furti. E poi, se non riesco a farlo subito, capite che quando poi la cerco non la trovo più, può essere finita ovunque nell'ufficio.
"Ok, la borsa è a posto." E' grazie alla mia collega tenerissima (mica tanto perché poi mi sgrida di brutto), che ha avuto l’accortezza di riporla, vedendomi frullare avanti e indietro.

E risquilla il telefono.... bla bla bla....

Allora vediamo ..... sì, devo preparare una lettera: avvio il pc , mi lascia lavorare solo se digito la mia  password , poi mi concentro.
Rileggo gli appunti che la Direttrice mi ha lasciato come input per sviluppare il compito.  e mi dedico finalmente a scrivere
   
Naaaaaa!!    squilla nuovamente il telefono. Lascio stare
quello che stavo facendo e mi dedico all'interlocutore.
Son fortunata quando riesco a dare una risposta senza spostarmi dalla scrivania,  altrimenti corri corri   per cercare documenti e urto in ogni dove: tutti gli spigoli sono i miei!!
Son davvero stata costretta a mettere paraspigoli agli angoli della scrivania! Dovete sapere che non sono molto alta (anzi un po' bassina) per cui (ohhh! pensate un attimo all'altezza standard delle scrivanie)   comprenderete in che parte urto.

Torniamo alla telefonata: "ti devo mandare per fax quel documento"? "Non l'hai ricevuto per posta interna?" - "Eppure l'ho mandato"  .... Ok ora te lo rimando! 

    e spedisci, spedisci, .... e al termine provo a riguadagnare la sedia, pensare a dove ero rimasta e tento di ritrovare la contrazione. Ecco sì, stavo predisponendo la lettera. Accipicchia, a mala pena son riuscita a scrivere il destinatario.

Intanto dal corridoio qualcuno "sussurra" ...

GRRRR   sono stata io, dopo vengo a prenderla!

Noooo! portano la ricevuta del fax, appoggiandola (si fa per dire) sulla scrivania dove oramai non trovo neppure una biro, tutto è sommerso dalla carta.

 E poi squilla il mio cellulare   uno squillo solo.
Ops, il segnale! Devo chiamare la mia Direttrice sul suo! (non ne possiede uno di servizio!)

Lo faccio e sono già pronta con biro e blocco per appunti…
Guai se non scrivo: non ricordo nulla altrimenti.  

Faccio saltellare la biro sul blocco fino al momento in cui è utile prendere nota. Ok, ho capito va bene.
Tante volte devo pensare al fatto che sono l'ultimo livello amministrativo e stare zitta, non esprimere giudizi o dare pareri se non richiesti, ma quando la Capa intuisce dal tono della mia voce qualche perplessità mi invita ad esprimere il mio parere.
Ok! La Direttrice è sistemata.

Arriva una collega: mi protocolli questa lettera? Sì sì, appena posso lo faccio. Dovrei prima finire la mia di lettera.  E alla fine , povera,  ci pensa sempre la mia collega al protocollo!

Ok, ricorda però che è urgente! 

............ ma cosa non lo è?!

Risquilla il telefono e dal visore appare il numero della Direzione Generale. Mi metto già sull'attenti, ancor prima di sollevare la cornetta.

Fortunatamente il mio interlocutore è sempre solo la segretaria, mi comunica una data e un orario per una riunione alla quale la mia Direttrice è invitata a partecipare. "E' libera, vero, il giorno tale alle ore .....?" mi chiede.

Grrr!! Nooo! ha già un impegno e -      sopra alla mia testa appare la nuvoletta -

Beh..... con astuzia mi informo se lei ha già contattato tutte le persone che partecipano all’incontro.
- Risposta: non ancora...
- Proposta: "allora senti, la mia Direttrice ha un impegno .... ma si può disdire (non è sempre vero) nel frattempo puoi sentire le disponibilità degli altri componenti?
Intanto io prendo nota e l’avverto. Poi ci risentiamo."
 - Accettata la proposta. Metto un punto interrogativo sull'agenda nel giorno e per l'orario indicato e rigiro la mia sedia verso il PC per TENTARE DI CONCENTRARMI SULLA LETTERA che dovevo finire ormai due ore fa.

E l'orologio corre .

Intanto al monitor appaiono immagini molto belle che dovrebbero rallentare la tensione … invece l'aumenta perché, se si è attivato lo screensaver, vuol dire che è da parecchio tempo che non lo uso!!

 

Un tocco alla tastiera, tutto svanisce e riappare come per incanto la mia lettera appena abbozzata!!!

Mitica!! Ora basta, devo finirla. Mi riconcentro .... ma ecco entra un altro guastafeste che poi, in realtà, compie solo il suo lavoro: il postino o meglio oggi si chiamano TRACO 10, DHL, SDA (SDA Express Courier) ti porge il pacco o la busta e firmi per ricevuta.
Pensate una firma sola? sono almeno due e diventano tre se c’è pure la ricevuta di ritorno, oppure devi firmare in una specie di palmare sul cui display la tua firma sembra quella di un bambino alla materna.

Rivoglio il postino!!

Riponi il tutto nel contenitore della corrispondenza da protocollare.

Ho detto         che voglio finire !

Ahh! Dimenticavo la valanga di     che arrivano: quelle indirizzate a me e quelle nella casella di posta della mia Direttrice: in un anno più di 7.000!!

E quando arrivano apro, leggo, valuto, controllo se è indicata una scadenza per la risposta (quasi sempre 2 gg. dopo), inoltro a chi di competenza e stampo una copia per la mia Direttrice.

 



Rispondo a quelle "facili" senza far intervenire un livello superiore (tanto, a volte, son capace pure io, accipicchia).

 

  non sono ancora riuscita a concentrarmi.

Sono del segno zodiacale della Vergine con ascendente Leone, per ora è solo Simba ma se si sveglia son dolori.
Per ora sonnecchia.

 

Un caffè . E se mi concedessi un caffè?

Ok avverto la mia collega che “vado al bar”.
Trattasi di locale attiguo al bagno dove è collocato il distributore delle bevande calde.
Faccio scendere le monetine, tolgo tutto lo zucchero e scelgo il caffè.
Di guardar scendere il bicchiere poi il caffè, mentre nel display appare la descrizione di tutte le fasi, non mi attira per nulla, di conseguenza unisco l’utile al dilettevole: vado in bagno. I tempi ormai sono sincronizzati quando esco dal bagno il caffè è pronto.

E arrivo a sera che mi chiedo: oggi che ho prodotto? Di concreto NULLA!!!

E la mia Direttrice mi rimprovera perché sa benissimo che la segreteria, in particolare dove lavoro io, è un porto di mare, è la pila dell'acqua santa, è l'ultima spiaggia alla quale ormai troppe persone approdano. E dice che io devo smetterla di pensare che non produco.
Sono svariate le telefonate che ricevo da utenti per richieste che nulla hanno a che fare con il mio lavoro; in ogni modo cerco (cerchiamo) di aiutare o indirizzare l'interlocutore ad altri colleghi e agli uffici competenti.
Come se non bastasse, quando le colleghe si allontanano per qualche motivo dall'ufficio, avvisano che i loro telefoni vengono deviati in segreteria. Cosa che io ho chiesto di fare perché è bruttissimo quando nessuno risponde al telefono. L'unica cosa che posso fare in questi casi è prendere nota e riferire. Ma hanno una risposta.

Con la Direttrice che abbiamo dall'anno 2000 (era già nostra referente) mi trovo molto bene, mi coinvolge molto nelle attività del Servizio e nelle sue di Dirigente ed io spesso riesco a sbrogliarmela da sola.

Se il mattino è convulso il pomeriggio per il  60%  è un attimo più tranquillo peccato però che le ore a disposizione per iniziare, continuare o terminare l'attività lasciata incompleta durante la mattinata siano poche! Allora mi trattengo fin verso le 19 tentando di portare a termine almeno una parte di ciò che mi ero prefissata all'inizio della giornata che si trascina dal giorno prima, da quello precedente e si rimanda a quello successivo.
Le giornate migliori per poter lavorare in pace sono il venerdì pomeriggio e il sabato mattina..... quanto si produce in quei momenti!!

E mi meraviglio se metto lo zucchero nel frigorifero?
Meglio che non ne faccia un problema perché alla sera non entra più nulla nella mente, non son più in grado di assimilare e divengono slegati anche i gesti quotidiani che si compiono da una vita senza pensarci.

E' facile e quotidiano il sentire le lamentele o le necessità di altri colleghi (tralascio quelli che hanno contatto con il pubblico continuamente): molte volte sono solo pretese - solo diritti e pochi doveri, sui piatti della bilancia è necessario depositare tutto: pro e contro.  Proviamo?

Il lavoro della "segreteria" non è così semplice come si può pensare.
Si ascolta chi si lamenta, chi ha bisogno, chi non desidera fare questo, chi .....
Mentre ti parlano è importante cercare di capire se davvero è urgente o solo importante. A volte tutto si risolve dopo lo sfogo, a volte è necessario essere molto sinceri e cercare di far vedere, al nostro interlocutore, il tutto anche da un altro punto di vista. Alla Direttrice non è utile riportare il discorso con la stessa veemenza con la quale è stato proferito.
Smorzare, smorzare allentare la tensione cercando di non liberarcene vomitandola addosso al nostro superiore. Ha ben altro a cui pensare.
Riferire con calma, tono pacato o con sguardo supplichevole quando davvero il suo intervento è necessario. La comunicazione non verbale è strategica.
Solo guardando le mie colleghe riesco a comprendere - senza chiedere altro - se la necessità di un incontro con la Direttrice riguarda cose personali. Non devono dirmi nulla.


NON CE LA FACCIO PROPRIO A ...

Ammetto di avere qualche limite:
* NON SOPPORTO (da qualche anno) di essere interrotta quando parlo: mi impegno così tanto per essere precisa e chiara nel riferire telefonate, esporre fatti o insegnare come si compie un'azione con il PC che,  se la persona con la quale sto parlando, mi interrompe o peggio ancora, finisce la frase al posto mio  ........  DIVENTO UNA BELVA 

* NON SONO in grado di ascoltare due o più persone contemporaneamente magari mentre parlo pure al telefono

e allora...

oramai ho deciso che, chiunque esso sia, quando entra qualcuno in ufficio che prova a parlarmi nonostante io sia impegnata al telefono e prendo appunti (che poi a mala pena riesco a decifrare...)

 

faccio mezzo giro sulla mia seggiolina a rotelle   e presento la schiena,

mi ficco un dito nell'orecchio opposto alla cornetta e TENTO di concentrarmi sulla telefonata (che poi devo riferire!! E se non capisco bella figura che faccio!)
 


Non riesco per nulla ad estraniarmi da ciò che sento attorno a me.                                           

* E a pranzo? Ormai la scelta è d'obbligo: NO A PRANZO con quelle colleghe che poi, tra una forchettata e l'altra, PARLANO DI LAVORO!
 

UN LAVORO ROCK

Una buffa telefonata: un fornitore che chiede un documento che certifichi il proprio fatturato durante l'anno precedente per una determinata fornitura.

Impiegata della Ditta: può inviarmi 10 documenti in originale per fax?
Io: 10 per fax? mi scusi ma non è sufficiente uno?
Risposta: no mi scusi lei, ne servono proprio 10 in originale, dobbiamo presentarli per partecipare a diverse gare
Io: 10 originali se crede posso spedirli subito per espresso (a quel tempo non c'era la posta prioritaria)
Risposta: non importa, non si preoccupi va bene per fax purché siano 10
Io: Le chiedo scusa se insisto .... per fax non è sufficiente uno?
Risposta: no 10
Io: Mi perdoni, al di la del fatto che ciò che riceve attraverso il fax non è un documento originale, bensì una copia, da quella non può farne altre 9?
Alla fine ho fatto 10 copie di un originale e spedito per fax.

Inutile dire che ero piegata in due dalle risate! Allo stesso tempo, però, mi son messa nei panni della persona con la quale avevo parlato. Povera.... sarà stata una ragazza giovane ancora non pratica del lavoro ed il suo capo le avrà chiesto di avere 10 copie di un originale. Lei si sarà fatta prendere dal panico come accadeva (e accade a me); è da comprendere: ha solo preteso ciò che le avevano chiesto. Giustissimo. 

Il mio lavoro MI PIACE MOLTO perché vario, non è lento è molto rock !!

UN PASSO INDIETRO DI QUALCHE ANNO.


Vivo ancora di "rendita" per i 3 anni e mezzo (che son valsi per 7) con il mio ex capo; mi prelevò dall'ufficio di dattilografia (dove lavoravo da quasi 10 anni) proponendomi di fare la sua segretaria. Essendo persona nota e molto esigente, la prima risposta fu "NO, non me la sento".  Già tante, prima di me, avevano celermente rinunciato.

Copiare per 10 anni (1988-1997) solo ciò che altri scrivevano a mano mi aveva mandato in ferie il cervello. Avrei dovuto recuperare, scavando scavando tra i bagagli l'esperienza fatta in altri posti di lavoro, che praticamente ho amato tantissimo. 

Alla Benati S.p.A., infatti, avevo mansioni di un certo tipo, quelle che ora vedo svolgere dalle mie colleghe di "livello superiore".
Poi pensai che, male che fosse andata, sarebbe successo come alle altre prima di me; alcune non avevano resistito, ad altre ha rinunciato LUI.
Era palese che cercasse una persona con la massima disponibilità, senza orologio, incassatrice di urla, precisina e pure "veggente".

Per il mio carattere e per la scarsissima considerazione di me, ho fatto fatto fatica a credere che lui volesse proprio me.
Tra l'altro la rosa delle candidate era allo stremo.
Non ci credevo; poi valutai che non potevo sempre rinunciare per timore di non essere all'altezza per cui ..... dovevo almeno tentare!


Al mattino dovevo arrivare molto presto; lui per primo era di esempio, ed era già pronto e scattante.
L'orario di uscita era un'incognita ogni giorno, e il pranzo quasi un optional.
Capivo da subito di che umore era. Quando entravo nel suo ufficio se ancora era chinato ad estrarre carta e carta dalla sua 24 ore, non sarebbe stata una gran giornata.
Se "LUI" era pronto già a dettare come se sapessi stenografare, vomitarmi addosso tutte le sue idee i suoi pensieri e quanto altro riuscisse a dire in quella valanga di parole: ecco era una giornata positiva. Per LUI.
Io mi arrangiavo a prendere appunti velocemente, con una scrittura che difficilmente poi riuscivo a decifrare.
Poi sbottava in un "Cambia pagina se non hai più posto!!!  Che poi vieni da me per sapere cosa hai scritto!!!
"

Ohhh!! Quanto erano miracolose le telefonate che riceveva! Avevo la possibilità di leggere e rileggere ciò che fino a quel momento mi aveva dettato. Correggevo, scrivevo per intero le mezze parole, segnavo con un punto interrogativo ciò che non capivo; nel frattempo dovevo prestare attenzione a ciò che diceva e faceva, pronta a porgergli un foglio di carta ed una penna se mi accorgevo che era opportuno,  oppure a volare in ufficio a prendere l'agenda degli appuntamenti, quando il finale della conversazione era: "ci vediamo il ........".
D'estate, quando raccoglievo le sue parole sulla carta, mettevo un fazzoletto sotto la mano destra altrimenti, il caldo e l'agitazione non la facevano scorrere sul tavolo.

E' stato come lavorare dentro ad una lavatrice sempre in centrifuga, nella sua mente prendevano forma tanti progetti, tante idee, tante iniziative che poi, a modo suo, mi illustrava. Ma non era facile vedere e comprendere ciò che lui aveva, già ben realizzato in concreto, nella sua mente.
Ed io... specialmente verso pomeriggio inoltrato....  faticavo a immagazzinare tutto.

Buffissimo era quando usciva per lavoro e mi lasciava l'incombenza di chiamarlo non appena avesse raggiunto il casello dell'autostrada.
........ Lo chiamavo e mi rispondeva: "Ti sembra che sia arrivato a destinazione?"


E io pensavo: "forse che ho io la palla di cristallo?"
"pensa di avere a che fare con una streghetta?"


Dopo aver sbagliato due tre volte la tempistica, alla fine avevo imparato perfettamente in quanto tempo sarebbe arrivato al casello dell'autostrada.
Quel calcolo l'ho messo in pratica anche con l'attuale Direttrice: quando devo passarle delle telefonate e lei si trova nel mio ufficio ma deve andare nel suo, allora parte il calcolo.  Esce, percorre il corridoio, apre la porta, gira attorno alla scrivania, si siede ed io pronta: drin drin ... Indovinato il momento giusto!!
Quante risate si fa!!""


La fiducia che mi ha dato il mio ex Capo,  e la riconoscenza per la mia discrezione e ciò che ho imparato, non hanno prezzo. Mi sentivo apprezzata ed ero consapevole del ruolo che avevo (questo però solo grazie a mille amorevoli strapazzate di una compagna di viaggio, collega e cara Amica e in grado di tradurmi il di LUI comportamento). Lei mi ha insegnato tanti trucchi e raccolto sulla sua spalla tante mie lacrime di sconforto e non solo riguardo al lavoro. Grazie ad Anna Rita, mi son sempre ripresa e ho continuato il mio lavoro con più grinta di prima. Le devo davvero tanto!!!


Il mio Capo, oltre alle mansioni di Provveditore, ricopriva anche la carica di Presidente dell'Associazione Economi e Provveditori della Regione Emilia-Romagna e Marche (ruolo riconosciuto dall'Azienda) che, in aggiunta ad altri compiti, aveva anche quello di organizzare giornate di studio, convegni per l'aggiornamento professionale degli Economi e Provveditori.
Mi fu consegnata "la cassa" con i fondi e dovevo rendicontare tutto.
Dopo il primo convegno organizzato che mi ha stravolto (non sapevo da che parte iniziare) evidentemente è rimasto soddisfatto, per cui in tre anni e mezzo ha organizzato due convegni all'anno.
A quel tempo non esisteva corrispondere attraverso le e-mail: erano tutte telefonate, lettere da spedire, elenchi da preparare. La ricerca degli sponsor, fortunatamente, era compito suo ma poi al resto dovevo pensarci io.
Definire il programma, sotto la sua supervisione,  un pieghevole impostato a "modo" con tutti i nomi dei relatori, l'indicazione del loro curriculum, la ricerca del luogo dove svolgere il convegno (questa per fortuna assieme a lui) e la  scelta del menu.
Tante di queste attività le ho svolte a casa, perché in ufficio non sempre era possibile dedicare il tempo adeguato.
Tutte attività conosciute e riconosciute dalla Direzione Generale ma in ufficio c'erano tanti altri compiti da svolgere.
La giornata del convegno doveva essere perfetta, non dovevo aver dimenticato nulla:
il registro già pronto con i nomi dei partecipanti, essere organizzata per spuntare i cognomi delle persone all'arrivo, far firmare il documento di presenza, consegnare la cartellina con tutto il materiale che avevo preparato in precedenza. Sorridere ed essere gentile.
All'uscita dovevo consegnare ad uno ad uno gli attestati di partecipazione, naturalmente già preparati. Per fortuna avevo avuto l'idea di ordinarli alfabeticamente, per non far perdere tempo e fare figuracce.
Naturalmente non mancavano le persone che, senza aver comunicato l'adesione, si presentavano puntualmente al convegno.
Doveva essere tutto pronto anche per loro, attestato compreso: scrivevo a mano nome e cognome.
Venezia, Gallipoli e l'ultimo a Senigallia, sono stati i luoghi più lontani. Gli altri si sono svolti nella mia città.

 

 

Ma ad un certo punto ero davvero stanca …   il tempo       passava gli anni pure

l’età,   i cambiamenti fisici stavano iniziando a farsi ben sentire.
Nell'anno 2000 il Capo un giorno mi comunicò che si sarebbe trasferito presso un'altra Azienda USL come Direttore Generale, e dopo le lacrime confessai molto sinceramente che se non fosse partito lui ....... sarei partita io (ma di testa!!) però il dispiacere era comunque tanto.
E così, gli dissi: io esco in bellezza !!!!
Con il suo trasferimento terminò, non senza insistenze da parte del nuovo Presidente, la segreteria dell'Associazione.

Di fatto, comunque, lavorare mi è sempre piaciuto, fin da ragazzina. Durante il periodo delle vacanze scolastiche andavo a bussare di porta in porta alla ricerca di un lavoro. Ho lavorato per due estati presso un magazzino della frutta senza orari fissi nè all'ingresso nè  all'uscita. Ma quanti soldi ho guadagnato!
Devo dire che sono stata sempre molto fortunata, a parte l'esser licenziata dopo 7 anni presso uno Studio Tecnico a San Lazzaro di Savena (BO) per aver avuto un figlio. Secondo loro non avrei garantito continuità nel lavoro e sarei stata costretta a rispettare gli orari di uscita.
Alla nascita della seconda figlia lavoravo alla Benati S.p.A. ed ebbi il premio destinato a tante donne: cambiare ufficio e mansione.
Fui costretta a fare un lavoro che non amavo: mi relegarono per un anno intero in un'enorme stanza dove sonnecchiavano da anni montagne di carta impolverate e da archiviare.
Ormai questa è storia passata e non voglio neppure ricordare.
Però mi ritengo una persona molto molto fortunata.

Il lavoro della segreteria mi piace, non potrei svolgere un'attività diversa.
O meglio il mio sogno era, come quello di tante, fare l'infermiera. Avevo già tutto pronto: con il primo stipendio, mentre lavoravo presso l'Olivetti, acquistai l'orologio che sarebbe servito per il controllo dei battiti cardiaci.
A quel tempo per poter studiare si entrava in convitto. Poi da un giorno all'altro mia sorella cambiò idea e disse che non sarei riuscita, che sarei stata male, che non era un lavoro per me.
Le sue osservazioni sono sempre state tenute in grande considerazione in famiglia.
A volte troppo.
E allora avevo 17 anni quando iniziai a "battere" i primi tasti .... non dico con una     
     come questa che conservo gelosamente ma poco mancava


ma con questa siii!!
Era impegnativo: carta originale + carta a carbone + una velina, due, tre dipendeva da quante copie dovevo fare.
Errore di battitura? Gomma rotonda durissima: correggi originale, sposta carta carbone, sotto la velina metti un cartoncino per non sporcare e via discorrendo; far scorrere il rullo sperando vivamente che i fogli non si fossero spostati, cercare di centrare il punto dell'errore, ribattere ribattere. Non racconto di quando dovevo scrivere su fogli di carta bollata!!

Con il passare degli anni arrivarono le prime macchine per scrivere con video (però ancora si doveva usare la carta a carbone e le veline per fare più copie)  poi le macchine elettriche con il monitor, infine il boom dei primi PC enormi, rudimentali, però decisamente con molte funzionalità in più!! Si potevano anche salvare i documenti su un grande disco molle e delicato.


Però era pur sempre una conquista!!


torno sui miei passi

 

E INFINE I COLLEGHI DI LAVORO

In ogni Azienda il lavoro che si svolge negli uffici è diverso, come le persone.
Il nostro Servizio è davvero uno dei più complessi,  son svariate le attività di cui ci occupiamo dall'acquisto della carta igienica alla TAC.
Però siamo un bel gruppo, il lavoro è diversificato e se su questa bilancia mettiamo tutto, il risultato è che siamo in armonia e pronte a rispondere, aiutare e occuparci (se richiesto) anche di attività non prettamente di nostra pertinenza! Diamo una risposta ai nostri interlocutori. E che chiedere di più?
Ognuno di noi ha difetti e pregi.... tralasciamo ciò che risulta evidente, cerchiamo ciò che è più nascosto.
Sono convinta che un gruppo di "amministrativi" compatto e disponibile come il nostro non sia facile da trovare.
Di mia volontà, per tre anni a Natale, ho preparato un pensierino per tutte le mie colleghe e ho dovuto "studiare" un modo affinché il dono non fosse troppo appariscente e la scelta avvenisse proprio "a caso".
Natale 2006
Natale 2007
Natale 2008
Purtroppo sempre più spesso scopro colleghi che prima si volevano bene, condividevano lo stesso ufficio e ora non si parlano più, non si sopportano e colloquiano esclusivamente attraverso e-mail. Deve essere durissima recarsi al lavoro, svolgere il proprio dovere con questi sentimenti. Impensabile per una come me.

Ancora più raro credo sia trovare due persone che lavorano nel medesimo
ufficio da anni e che si amano, si stimano, si aiutano, sono complici come noi;


se fossimo due materie scolastiche:
una la matematica ed una l'italiano

il nostro motto:



Una cosa sì .... si potrebbe desiderare: diminuire i ritmi .... sono davvero troppo affannati e affannanti!

Un'altra cosa si potrebbe fare: all'uscita dal lavoro, davanti al marcatempo, fingere di essere datori di lavoro di se stessi. E se alla domanda: "pagheremmo un lavoratore che si è comportato come me, oggi?" se siamo in grado di rispondere si ..... allora siamo OK!!


 


E' giunta l'ora di lasciare questa grande famiglia. Lo faccio per non perdere l'occasione, per non rischiare che le Leggi si modifichino, il rischio è dietro l'angolo.
Non è artificioso il mio grande dispiacere, ho pianto davvero tanto. Pensare di dover lasciare per sempre le colleghe, pensare di dover traslocare dall'ufficio tutto ciò che è mio e che si vede nelle foto successive, è tristissimo.
Accipicchia oramai ho 61 anni ma non me li vedo e non me li sento.
Amo il vecchio detto "non tutti i mali vengono per nuocere" perché quando mia figlia mi disse che sarebbe diventata mamma a metà del mese di giugno,  ecco il portone che si apre dopo aver chiuso una porta.
E io diventerò nonna per la 4° volta. Poker!!


il prossimo è tutta una sorpresa
       sarà Alice o Emanuele?

Questo evento mi salverà perché io, che ho lavorato fin da giovanissima, non mi capacito di dover andare in pensione senza aver un impegno motivante.
"Vedrai che non avrai tempo di fare nulla, vedrai che troverai altri interessi, vedrai che viaggerai".
Vedrai ....
Con la mamma di 90 anni allettata vedrai come mi divertirò e come il tempo passerà. Fortunatamente ha un'assistente che non cambierei con nessuna.
Tutto torna indietro alla fine.
Il bene che hai fatto, la generosità, l'onestà, la riservatezza, l'affetto che hai avuto per gli altri.
Tutto torna.
A chi ha fatto del male, ai dispettosi, agli invidiosi, a chi ha spettegolato gratuitamente, a chi è stato disonesto, a chi ha lavorato solo pensando alla fine del mese.....
Sotto una forma o l'altra tutto tornerà indietro. 

 

La prossima puntata: rinfresco per il mio pensionamento che avverrà il 25 settembre.
Desidero una grande festa, organizzata al meglio e allegra. Avrei piacere di avere attorno a me tanti colleghi ai quali davvero ho voluto bene. Se gli apprezzamenti ricevuti in questi 28 anni corrispondono al vero non dovrei trovarmi sola.
Ne ho preparate tante per coloro che, prima di me, hanno lasciato il posto di lavoro che inizio già a lacrimare perchè è davvero emozionante.

            
Le foto del mio ufficio che per me è una seconda casa

vecchia sede Pad. Lolli
piccola scrivania meno confusione
io e e alcune colleghe
da Lorena passo spesso per overdose di bellezza in programma
il trasferimento presso ex "autogestito"
nuova sede (notare altezza ficus benjamin) Padiglione "Il Sole"
il mio nuovo ufficio prima era un reparto mi trovo nell'ex stanza da bagno n. 5
nel pavimento c'è ancora il dislivello per far scendere l'acqua della doccia
un po' di caos  come se fosse casa mia
grande scrivania: il caos le mie piante
caos ravvicinato piante nel corridoio e il portaombrelli creato da me
seguono piante dopo gli armadi porta vaso sughero sul davanzale
una passione per la Zamia che ha infettato altre colleghe basta un po' di colore per rallegrare
davanzale un sasso decorato per la capa
una caramella di coccio decorata mio fermacarte
un altro fermacarte decorazione alla finestra dall'altra parte un sole!!
cappello di paglia e i miei sassi portaombrelli creato e decorato da me
i miei poggiapiedi piccolo scaffale in legno fatto da mio marito poi dipinto
parte laterale ficus benjamin che lascio in eredità ad una collega
mi fu regalato nel 1986
quadretto natalizio fatto da me quadretto primaverile fatto da me
le mie foto, un vecchio carrello decorato che lascio a Ivana pallocchiola mi è stata donata da colleghe di altro servizio in occasione del mio problema agli occhi dovuto a ipertiroidismo. Mi rappresenta bene e ha portato fortuna
traslocare tutta questa roba è stata una grande tristezza
alcune cose le ho regale altre vendute ma sempre tanta
quella che ho dovuto portare a casa

L'evoluzione dei mezzi dalla scuola al lavoro



La tecnologia ha fatto passi da gigante

dal 1960 a scuola
i banchi della scuola elementare la mia cannetta e pennini
  
ho conservato la carta assorbente di allora
come imparavamo a scrivere
come imparavamo a scrivere alle elementari davano anche la cassettina per risparmi
cartella elementare anni 60 alle elementari davano anche la cassettina per risparmi
telescrivente
La telescrivente costituisce anche la prima fase di adattamento della macchina da scrivere a terminale di un elaboratore elettronico. Il primo sistema telescrivente ragionevolmente efficace è quello di IBM, con il sistema Radiotype, del 1931.
dal 1967-2015 nel mondo del lavoro
una conquista
la nascita del primo PC
  dischetti rigidi pc   
   
ogni cambiamento se pur difficile è una conquista diminuisce l'ingombro
 
evoluzioni perplessità proseguono le innovazioni
chiavetta usb
e ora anche il pc da polso chiavette usb che altro inventeranno?
  hard disk esterni  
 e non sarà finita qui
Questo "racconto" l'ho iniziato anni fa mentre ancora ero al lavoro.
Nel tempo mi sono resa conto che, seppur estraniandomi, non riuscivo a vedere
i miei errori. Ringrazio di cuore la scrittrice Aina Sensi per la correzione del mio testo
grammaticalmente fantasioso, la disposizione cronologica e tutto
ciò che ha reso gradevole la lettura.

Ri


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